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SUPERVISIONE PER OPERATORI DEI SERVIZI TUTELA MINORI E FAMIGLIE

PRESENTAZIONE ED OBIETTIVI

Il compito dei servizi di aiuto e cura si è trasformato in relazione all’evoluzione del concetto di tutela, che, nell’ambito del diritto minorile e dell’etica professionale, trova fondamento nella nozione di “interesse del minore”, ossia quell’insieme di fattori soggettivi, familiari e sociali che promuovono lo sviluppo armonico e favoriscono la crescita del bambino e dell’adolescente.

Fattori che, in quanto tali, non si contrappongono per definizione agli interessi e ai diritti dei genitori, ma debbono e possono trovare compiuta espressione prima di tutto nella famiglia d’origine o, in seconda istanza, in contesti familiari altri.

I professionisti della cura e dell’aiuto sono, ancor prima che operatori, individui che, al di là delle intenzioni e dei propositi, “di fatto” mettono in causa la propria soggettività in una relazione in cui è coinvolto un altro.

Il lavoro con famiglie in difficoltà richiede un’elevata competenza specialistica. Ciascuna situazione, inoltre, necessita capacità rinnovate di lettura e di formulazione del progetto di recupero dell’equilibrio familiare; questo si fonda sulla promozione delle risorse della famiglia stessa e sulla capacità delle diverse professioni, con competenze sociali, educative, giuridiche psicologiche, di interagire e comporre i rispettivi punti di vista.

Le norme scritte, i codici deontologici, le procedure, pur mantenendo il loro valore, non sono in grado da sole di stabilire come si deve operare, in modo univoco, in ciascuna situazione. Si apre, dunque, lo spazio dell’interpretazione e, in ultima analisi, della responsabilità creativa, frutto della capacità di acquisire una flessibilità teorica, in grado di sostenere pratiche misurate sulla realtà delle singole situazioni concrete.

In particolare, l’operatore della tutela si confronta con questioni di elevata complessità e responsabilità, quali:

 

  • come valutare l’opportunità di segnalare la situazione all’Autorità Giudiziaria;
  • come attuare quanto disposto dai decreti;
  • quale progetto strutturare, necessario e sostenibile per il minore e per i genitori;
  • quando e come concludere un intervento.

La supervisione, intesa come strumento di lavoro, si presta a favorire una riflessione sia in merito alla relazione instaurata con l’utente, sia sugli effetti connessi agli interventi messi in atto, sia sugli aspetti metodologici di cui tener conto ed è finalizzata a progettare e valutare un intervento.

 

METODOLOGIA DIDATTICA

Il percorso proposto si caratterizza per fornire, a partire dall’esame delle situazioni concrete presentate dagli operatori, l’occasione di uno scambio tra professionisti, sulle strategie, le esperienze e le ragioni di ciascuno.

Il supervisore individuato vanta una lunga esperienza di lavoro e di supervisione di operatori sociali ed educatori dei servizi.

 

Programma :  supervisione servizi tutela

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